Descrizione
La mostarda cremonese, la più nota tra le varie mostarde regionali, deve la sua diffusione in tutta Italia ad Enea Sperlari che ne inizia la produzione industriale a partire dal 1836, fino ad allora prodotta artigianalmente dalle famiglie cremonesi ricorrendo ai frutti della stagione a cavallo tra estate ed autunno: zucca, anguria bianca, fichi, mele, pere, ciliegie, clementine.
Molto probabilmente, in epoca più antica, al posto dello sciroppo si utilizzava il mosto cotto, prodotto della vendemmia autunnale, e forse il termine “mostarda” deriva proprio da “mosto ardente”.
Per gustare a pieno il sapore piccante della mostarda è consigliabile non lasciar trascorrere troppo tempo dalla sua produzione: il gusto della senape, molto volatile infatti, dopo i primi mesi inizia a disperdersi.